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Esame citologico
Nella diagnostica delle malattie cutanee tumorali e non, le indagini istocitologiche rivestono una importanza fondamentale per permettere un preciso inquadramento di tali patologie e quindi la terapia più specifica possibile.
L’ esame citologico consiste nel prelevare, mediante grattamento della cute effettuato con il bordo di un tagliente, le cellule superficiali di una lesione cutanea e quindi strisciarle su di un vetrino e colorarle mediante la metodica Papanicolau (la stessa del Pap-Test) o mediante la colorazione Giemsa. La colorazione evidenzia i nuclei delle cellule, consentendo di individuare le cellule tumorali da quelle normali o di riconoscere cellule infettate (herpes) o cellule epiteliali specifiche per alcune malattie infiammatorie cutanee (malattie bollose acantolitiche).
La positività dell’esame citologico per una sospetta lesione cutanea tumorale permette di scegliere generalmente un corretto approccio chirurgico, mentre la sua negatività, al contrario, fa propendere per una terapia meno aggressiva, quali la crioterapia, la diatermocoagulazione e la laserterapia; queste ultime terapie infatti non prevedono il riscontro daignostico dell’esame istologico. Infine l’esame citologico non sempre permette una precisa diagnosi, ma il più spesso delle volte un utile orientamento diagnostico e quindi terapeutico.
L’ esame istologico consiste invece nella visione della lesione cutanea nel suo insieme, essendo stata asportata mediante chirurgia, e quindi si effettua il taglio di una sottilissima (3-5 micron) fetta del tessuto con successiva colorazione, mantenendo la citoarchitettura del frammento cutaneo asportato con possibilità di effettuare una più precisa diagnosi rispetto all’esame citologico.
L’esame istologico, oltre a precisare l’esatta diagnosi, permette il controllo dell’asportazione chirurgica delle lesioni tumorali cutanee, mediante l’esame dei margini della lesione, che devono risultare indenni da malattia. E’ anche possibile effettuare una biopsia cosidetta incisionale, ovverosia l’asportazione chirurgica di una minima quantità di tessuto (3 o più mm) con successivo esame istologico, metodica più utilizzata per la diagnosi delle malattie cutanee infiammatorie, ma anche di quelle tumorali e fra queste ultime in specialmodo delle malattie linfoproliferative cutanee (Linfomi cutanei).
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